venerdì 5 luglio 2013

Andrea



Mi piace questo posto. In questa giornata di Giugno che sembra Novembre quel raggio di sole che sfiora le spalle mi rende più morbida... Più rilassata.
"Pronta?"
"No, scusami la collega è in ritardo e se lei non arriva non posso uscire"
"Ok ti aspetto giù"
Clara ed io siamo amiche dalle superiori... lei poi ha scelto di fare l'ostetrica e così ha fatto...per ben 25 anni ma,  da quando è morta la figlia probabilmente veder nascere bambini non la entusiasmava più e così si è fatta trasferire in questa clinica psichiatrica, non ho ben capito che ruolo ricopra qui, a me sembra una specie di "caposala" e comunque l'importante è che l'abbiano accontentata. Qui è anche a due passi da casa mentre prima doveva attraversare Roma e Dio solo lo sa quanto tempo ci impiegava per andare e tornare.
Scendo le scale a piedi, prendere l'ascensore è una delle cose che mi fa sentire in là con gli anni e allora mi rifiuto categoricamente. E' anche un modo per "testare" i miei polmoni.... quando le salgo ovviamente; questi poveri polmoncini che ho massacrato con il fumo da tutta una vita. 

"Bhè... calcolando da quanto tempo fuma diciamo che non sta proprio malaccio... però smetta mi raccomando" , così ha detto lo pneumologo  davanti  al monitor del PC mentre osservava al milionesimo la lastra... ormai si fa tutto con il PC. Ricordo ancora da bambina quando mi girai completamente una caviglia sui pattini a rotelle dopo una notte di urla e pianti mia madre mi portò a fare la lastra e c'era un medico... magro con il camice bianco che davanti ad una luce fredda e accecante guardava la lastra del mio piedino e diceva a mia madre:" Signora era da ingessare ma la bambina me la doveva portare ieri... ormai è tutto gonfio e non possiamo più fare nulla"
Avrà mai avuto un minimo di rimorso di coscienza mia madre dopo quell'affermazione e dopo aver capito che la notte avevo urlato e pianto per il "dolore vero?" e non per capriccio ... la notte i bambini dormono non fanno i capricci. Madre ti perdono... ho fatto tanti errori anche io.


Il giardino qui sotto non è bellissimo però quello che c'è è ben curato. Belle piante di Ortensie color blu, siepi di  Mortella che creano qualche breve labirinto in cui non ti potresti mai perdere un'antica fontana in marmo bianco, senza acqua ma fa la sua bella figura ugualmente, intorno alla fontana quattro panchine in marmo scolpito un po' ingiallite dal tempo.. 
Ci sono molti pazienti... si riconoscono immediatamente dagli occhi, sembrano tutti appena svegli o che stiano per addormentarsi. Nessuno di loro ha gli occhi completamente aperti. 
"Che c'hai 'na sigherettaaaaaa?"
"Me dai i sordi pe pijamme er caffèèèèè?"

"Signorina che bella borsa che haiiiiiii che me la regaliiiiiiiiiii?"
Ecco diciamo una decina di pazienti sono così poi ci sono quelli che non dicono nulla .. hanno lo sguardo fisso nel vuoto ed io vorrei tanto capire a cosa stanno pensando.
C'è un gruppetto... 5 o 6 ecco... sono quelli che mi spaventano di più. Sono quelli "normali". Sono lì per curare la depressione c'è un'insegnante un proprietario di un salone rivendita auto una maestra in pensione due casalinghe e una dipendente del Ministero degli Esteri. Le guardo e mi spavento... sono quelle più uguali a me. Mi fermo un momento a scambiare due parole con loro, non chiedono nulla anzi mi offrono una sigaretta. Sono curate ben vestite e anche loro ridono alle parole di Maria che sta imprecando contro un'infermiera:" Mortacci sua, me doveva cambià er pannolone e m'ha fatto sta' co' la fregna de fori un'ora perchè doveva parlà ar telefono. Te pare giusto? Te pare giusto che tutti quelli che passaveno stavano a guardà la fregna mia?" Ha gli occhi pieni di lacrime Maria... una bocca sprovvista di tutti gli incisivi...sopra e sotto. Ha i capelli neri con una strana ricrescita un po' bianca e un po' rossiccia. Non rido più... non ridiamo più... fa tenerezza Maria e vorrei dirle che ha ragione che l'infermiera si è comportata proprio da stronza... da pigliare a calci nel culo, ma non mi è permesso, non posso andare a fare casini dove lavora la mia amica.
Saluto le "normali" e mi avvio verso le macchinette del caffè.
Andrea... eccolo... ma come si è conciato? Ha una specie di pareo a mo' di gonna sui jeans... ah, è vero, lui si sente femmina.

Ricordo la prima volta che ci ho parlato. Mi chiese se potevo dargli una sigaretta e i soldi per un caffè, lo feci ma lui volle sdebitarsi immediatamente regalandomi una collanina fatta da lui. Del filo per cucire quadruplo con attaccata una sola perlina smozzicata. Accettai e ringraziai. 
Andrea si fidò immediatamente di me... mi raccontò che lui lì non ci voleva stare ma doveva starci per forza perché prendeva il Valium. :"Me lo danno per tenermi a bada la forza dell'uomo perché io ho una forza troppo forte da uomo" 
Ho timore a fargli la domanda ma... gliela faccio: "E come mai ti esce questa forza da uomo così forte?" Mi guarda a lungo dritto negli occhi...Ha gli occhi azzurri come il cielo Andrea, i capelli un po' biondi un po' rossicci e un po' bianchi. Lui continua a fissare me ed io lui. Ha il naso a patata,  la pelle rovinata sul viso come quella di chi, da giovane, ha sofferto di acne. Il fisico è minuto e asciutto.
Mi risponde. "Io sono salito su una macchina ma non era la mia, io non ho nemmeno la patente, te lo giuro credimi" 
"Ti credo" 
"Allora mentre stavo lì è arrivata la polizia e mi ha portato in prigione ma io in prigione non ci volevo stare, è lì che mi è  uscita la forza dell'uomo e allora ho messo le mani addosso a un poliziotto allora mi hanno rimesso le manette e poi mi hanno portato qui"
Lo guardo, credo che sia sincero, probabilmente non ricorda nulla dei casini che ha combinato, a me lo ha raccontato poi Clara. "E' arrivato con la camicia di forza, non si riusciva a tenerlo, lo abbiamo dovuto legare al letto somministrargli una dose forte di calmanti per sedarlo perché era pericoloso per gli altri e per se stesso. Al commissariato si era ruzzolato sulla rampa delle scale per fuggire nonostante le manette e poi lo hanno dovuto tenere perché voleva scappare da una finestra. E' il più problematico qui dentro. E' molto violento ed è quello a cui i medici somministrano dosi da cavallo per farlo stare calmo." 
Clara mi racconta queste cose come se parlasse della spesa che ha fatto al mercato, non so se è abitudine oppure il dolore per la perdita della figlia le fa pensare che tutto quello che accade al di fuori di lei, anche se drammatico, è "niente" a confronto delle sue sofferenze.
L'ha trovata un anziano che  portava il cane a fare i bisogni alle cinque del mattino. Il corpo di Cristina, la figlia di Clara, era sparso tra le piante di Cicas del cortile. Un volo dal quinto piano mentre Clara in casa stava impazzendo con il telefono in mano... non sapeva più chi chiamare per avere notizie della figlia che non era ancora rientrata. In realtà la figlia era rientrata ed aveva messo in atto quel proposito che chissà da quanto le tarlava la mente. Lei si era svegliata alle tre ed era andata in camera di Cristina ma Cristina non c'era, il letto intatto la serranda che dava sul balcone era alzata da terra giusto una cinquantina di centimetri... per passare bisognava strisciarci sotto, come poteva pensare che la figlia lo avesse fatto? E invece lo aveva fatto e si era anche riaccostata la finestra dietro. Nel terrore che attanaglia le madri quando  i figli non rientrano e che non sanno  più dove andare a cercarli, Clara non aveva notato il post-it attaccato al muro vicino alla foto di Cristina nel giorno del  suo diciottesimo compleanno dove era ritratta tra il padre e la madre. Una delle rare occasioni in cui si erano rivisti tutti e tre insieme. Cristina era sempre stata una bambina difficile ... fragile ed insicura e anche crescendo le cose non erano migliorate molto ma da quando Clara e il marito si erano separati Cristina era peggiorata moltissimo.
"Tutti i figli reagiscono male" era la cosa che tutti, me compresa, le ripetevamo ma, non ci eravamo resi conto di "quanto" avesse reagito male.

" Non ce la faccio più."  Cinque parole secche, solo questo, su un foglietto giallo attaccato al muro, un foglietto che da una parte era un po' raggrinzito... come se ci fosse caduta una goccia d'acqua... come se ci fosse caduta una lacrima.

Andrea mi scrutava ed io scrutavo lui negli occhi color cielo.
"Ma tu perché sei qui?"
"Sto aspettando un'amica"
"Ah"
"Andrea  tu sei di Roma?"
"Si"
"Ah... e dove abiti?"
"Abito a via Casilina"
"In che punto della Casilina.... la Casilina è lunghissima"
Si fermò a pensare ... a lungo, poi mi guardò e mi disse:"Non me lo ricordo!"
"Vabbè prima o poi ci tornerai nella tua casa, quando uscirai di qui, avrai una moglie che ti aspetta dei f....."
"A me le femmine mi fanno schifo!!! Nemmeno tu lo capisci? Mi fanno schifo... non le voglio le femmine non lo capisce nessuno... nemmeno tu!!!"
"Ok cerca di calmarti... io non lo sapevo.. non fare così" 
"No non mi calmo... è tutta la vita che lo dico e non mi crede nessuno... "
"Io ti credo... giuro ti credo però ora calmati per favore" 
Avevo una fottuta paura che qualcuno potesse sentirlo, il nucleo centrale della clinica non era vicinissimo ma lui urlava... tutto avrei voluto meno che far passare un guaio alla mia amica.
"Stai calmo... ci credo ... te lo giuro che ci credo"
Dagli  occhi azzurri come il cielo sgorgavano lacrime  
Improvvisamente avevo capito tutto... avevo letto i suoi pensieri ero entrata come se fossi stata spinta con violenza nelle piaghe della sua anima, era terrificante quello che vedevo, scene di violenza familiare per questo figlio nato "storto", le urla e le botte del padre, la testa della madre che batteva sul tavolo mentre diceva :" Dio perché non te lo sei ripreso subito!"  Lo scherno e le risa dei coetanei, lo vedevo di fronte allo specchio, nudo, odiare quel pene che gli ciondolava tra le cosce, lo vedevo alla stazione a prostituirsi a bucarsi, solo...in compagnia soltanto della sua ombra a "forma di maschio".

"Ok calmati ora ho capito"
"Non hai capito...dite tutti che avete capito ma non avete capito niente"
"Io invece ho capito,dai, prendiamoci un caffè e fumiamoci una sigaretta insieme"
Quel giorno finì così...mi salutò quando me ne andai con la  "collanina di una perlina smozzicata" appesa al collo.
Quando Clara mi vide fece un mezzo sorriso e disse:" Hai conosciuto Andrea..."
"Si, come lo sai?"
"Sono piena di collane come la tua".

Oggi eccolo qui... con il suo pareo a mo' di gonna sui jeans, ha le palpebre scese ... come se si fosse appena svegliato o avesse un gran sonno.
Mi si avvicina... "forse mi ha riconosciuta... si ricorda di me" penso.
"Che hai una sigaretta?"
"Si... tieni"
"Che mi dai 50 centesimi per prendermi il caffè?"
"Va bene... eccoli"
"Si però io ti regalo una collana che ho fatto io!!!"
"Va bene grazie"
E' una bella perla, piena di riflessi... l'ha scelta lui cercandola tra almeno una ventina di collane.
Guardo i suoi occhi di cielo e lui guarda me.
Clara mi chiama ... è pronta, possiamo andare.
Davanti al cancello mi giro e Andrea mi sta guardando... accenno un ciao con la mano... lui abbassa la testa e se ne va.
Prendo sottobraccio la mia amica mentre penso quale sia il vero motivo che l'ha spinta ad andare a lavorare lì... forse cerca una risposta a quelle cinque parole secche..."non ce la faccio più!!!".

27 commenti:

  1. Te l'ho già detto, ma lo ripeto, che scrivi in un modo coinvolgente, scrivi con le lacrime, col sangue, con tutta te stessa.
    Brava Tina!!
    Nicoletta

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  2. Non ti dico niente... tu già sai! :*

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  3. Grazie a tutte due.... siete sempre di grande stimolo per me.... <3

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  4. marilena debernardis5 luglio 2013 alle ore 12:35

    Tina, ogni volta è un'emozione.............il tuo modo di scivere è straordinario!

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  5. Bravissima!!! Non sono riuscita a staccare gli occhi fino alla fine! Hai la straordinaria capacità di coinvolgere completamente il lettore!
    Nadia

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    1. Grazie carissima :9 (dopo ti porto i soldi che abbiamo stabilito ;-) )

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  6. E' vero! Sei bravissima! Un fiume in piena! Baciottoli

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    1. Grazie mille anche dei baciottoli ma... chi sei? :-)

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  7. è una storia emozionante, un racconto scritto in un modo così scorrevole, ma che arriva dritto al cuore....che dire? sei troppo brava!

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  8. tina...ero li con clara e andrea....mentre leggevo...che dire brava...brava ...brava....

    tizzi

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  9. Bello! Mi piace un sacco il modo che hai di scrivere, molto coinvolgente, molto diretto! Non vedevo l'ora di potermi mettere qui al pc perchè dal cell non lo leggevo. Ora sono appagata. Cerca di continuare a scrivere invece di farti prendere dalle paturnie!!

    ps. ti ricordi che ho scritto un libro ambientato in una casa di riposo? Lo avevo detto qualche mese fa nella Moc. Ci sono alcuni punti in comune con quello che hai scritto tu. Un abbraccio!

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  10. I baciottoli sono soltanto siciliani :)

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  11. Eccomi, con tutta la mia bellezza interiore :(

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  12. antonellaromani@yahoo.it6 luglio 2013 alle ore 08:16

    ma perché non si vede il mio commento di ieri????ero stata la seconda!!!

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  13. Perchè il mio commento non c'è più? Ho letto e commentato dopo Tizzi, ho anche riletto il commento e si vedeva sotto quello di Tizzi :(((

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    1. non ne ho la più pallida idea :-(

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    2. Uehhh uehhhh (=pianto) Comunque avevo scritto che mi piace un sacco leggerti e non vedevo l'ora ... bravissima!

      ps. prova a vedere nel layout, alla voce commenti ... che non sia finito alla voce Spam ... ;)a volte capita anche nel mio blog

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    3. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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    4. spammatora... nata :P



      Bello! Mi piace un sacco il modo che hai di scrivere, molto coinvolgente, molto diretto! Non vedevo l'ora di potermi mettere qui al pc perchè dal cell non lo leggevo. Ora sono appagata. Cerca di continuare a scrivere invece di farti prendere dalle paturnie!! ps. ti ricordi che ho scritto un libro ambientato in una casa di riposo? Lo avevo detto qualche mese fa nella Moc. Ci sono alcuni punti in comune con quello che hai scritto tu. Un abbraccio! su Andrea
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      terry giannotta
      il giorno 06/07/13

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  14. Meglio tardi che mai......non avevo visto prima questo racconto......molto realistico......attuale......e raccontato in maniera talmente scorrevole che sono riuscita a leggerlo di un fiato! Complimenti!

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